Le parole sono lo spartito della nostra esistenza e noi siamo autori e interpreti della colonna sonora più importante della nostra vita. Le parole esprimono ciò che siamo, ciò che pensiamo, ciò che proviamo. Le parole rendono possibile la costruzione delle relazioni umane e, quindi, la definizione della propria identità.
Le parole narrano storie, evocano memorie, consentono l’edificazione e il trasferimento del sapere.
Le parole emozionano, rincuorano, incoraggiano, rivestono l’anima di abiti colorati. Le parole seducono, rapiscono, incantano con la loro bellezza e la loro eleganza, quanto, se non più delle immagini.
Le parole sono potenti nel bene ma anche nel male. Ci sono parole, infatti, che feriscono, traumatizzano, forse addirittura possono uccidere, non fisicamente le persone ma ciò che le persone hanno di più caro: il loro amor proprio, i loro sogni, i loro ricordi.
Le parole sono la grammatica della realtà e forniscono le chiavi per rappresentarla, interpretarla, comprenderla.
Le parole causano o evitano le guerre. Le parole inventano nuovi mondi e rendono possibile sperare in un domani migliore.
Le parole vivono di vita propria, escono da una mente o da un cuore ed entrano in un’altra mente e in un altro cuore e danno inizio a un processo di trasformazione, di cui nessuno conosce gli esiti. Le parole, così, diventano la sostanza delle nostre anime. Le parole non muoiono con noi ma si trasferiscono – preziosa, intangibile eredità – nel linguaggio dei nostri fratelli, dei nostri figli, dei nostri amici, disciogliendosi lentamente, come sale nella terra, e rendendo il linguaggio eterno ed universale. Un processo infinito che chiamiamo storia: la storia dell’Uomo e la storia, minima e immensa, di ciascun uomo.
Fabrizio Dafano
26 agosto 2010